Oggi, con profonda commozione ricordo un grande Uomo, Dario Fo, un anziano saggio, tra i vecchi del nostro paese.
Oltre la mia profonda stima per la sua capacità di essere una guida morale per tutti, grazie all’uso sapiente del teatro e dell’arte, lo ricordo con immensa gratitudine per essermi stata vicina nei giorni della nostra battaglia d’amore per i 573 alberi da salvare a Milano. Tra questi alcuni erano centenari, molti avevano la sua età. E’ stata una dura battaglia, fatta di denunce, di politica e anche contro il malaffare, ma è stato anche un momento di condivisione molto importante tra quei milanesi che ancora sentono importanti i valori che sono alla base del nostro vivere insieme, in città.
Infine l’impietosa scure della morte si è abbattuta comunque sui nostri alberi, questa volta non mossa da motivi di ordine biologico, ma dalla mano dell’amministrazione comunale, che ha preferito sacrificarli pur di favorire gli attuali progetti di costruzione della nuova linea Metropolitana: M4, piuttosto che pensare a progetti alternativi e un po’ più all’avanguardia in ottica di ingegneria sociale e culturale.
Come diceva Dario Fo: “L’albero è lo spirito di un luogo abitato dagli uomini”.
Oggi ha lasciato questo piano di realtà, mi piace pensare che ci stia guardardando con gli occhi compassionevoli dell’anziano, da altrove. La mia più profonda gratitudine va all’uomo e alla grande eredità culturale che ci ha lasciato. Vorrei che il ricordo di lui non svanisse mai, di colui che un giorno ha accettato di scendere in piazza con noi e di partecipare alla festa della “Notte dei 573 alberi“, con questo suo prezioso video, realizzato apposta per noi, per gli alberi di Milano. Un messaggio di valore inestimabile, aldilà di cosa abbiano comunque deciso di fare di questi alberi.
Tutti noi, impotenti difronte all’abbattimento di centinaia di alberi meravigliosi, eravamo presi, e ancora lo siamo, dalla terribile sensazione di un conquistatore venuto ad imporre il proprio potere al servizio della finanza e più in generale del denaro, a cui asservire l’intera popolazione, un conquistatore impietoso nei confronti dei valori che animano il tessuto sociale più profondo dei milanesi. Nel tempo quel conquistatore, per me, ha preso nomi quali Albertini, Moratti, Pisapia fino all’odierno Sala, ma nella storia di Milano è possibile andare indietro fino al Barbarossa per comprendere quanto sia possibile, proprio distruggendo gli alberi, minare all’identità stessa di una comunità di persone. Questo me lo ha insegnato proprio Dario Fo, che non ha dimenticato la storia, come io spero di non dimenticare lui, ricordandomi il valore del comprendere bene da dove stiamo venendo se si vuole avere padronanza del luogo dove si sta andando.
Grazie Dario Fo, per il tuo esserci stato, per il tuo averci insegnato a non smettere di credere nella veridicità del nostro sentire, per non aver preteso nulla come intellettuale nel sostegno che hai dato alla nostra battaglia di persone semplici, scese di notte per strada solo per dare un volto e una voce agli alberi, per festeggiarli, per ricordarci che non siamo solo i pezzi di un ingranaggio creato per produrre soldi, ma che siamo persone.Quella notte in piazza, per qualche momento, centinaia di persone sono rimaste in silenzio per ascoltare la “magia” del suono prodotto da una Robinia, chiamato Albero dell’Amore grazie alle sue foglie a forma di cuore, o anche Albero di Giuda nel ricordo della sua provenienza da terre semitiche.
Ho sentito poi nella piazza gremita, un silenzio ancor più grande e il rispetto di tutti al cospetto delle tue parole.
Ora che non sei più qui con noi e con te il valore di ciò che non va dimenticato, osservo ancor meglio la chiesina di San Protaso al Lorenteggio. La Metro sarebbe passata impietosa anche su di lei, nonostante sia lì da 1000 anni ormai, lo stesso Barbarossa pare sia passato da lì, secondo la leggenda. Oggi è ancora salva, grazie alle persone del quartiere che non dimenticano la storia, e con essa nemmeno la loro stessa identità, oltre gli interessi di qualsivoglia conquistatore. Proprio come te.Gli alberi sono le nostre prime sentinelle. “Osserva cosa accade agli alberi intorno a te e saprai cosa sta accadendo a te”, ecco perchè mi accorgo sempre del valore di un uomo dal modo in cui tratta gli alberi. Quella notte ho riconosciuto fino in fondo il tuo valore Dario Fo.
Che la tua intelligenza, il tuo insegnamento, l’onestà, l’audacia, il coraggio di percorrere fino in fondo la via in cui si crede, che ci hai lasciato a testimonianza della tua vita, possano restare nel campo delle nostre relazioni, per sempre.
Arteikos
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