Ognissanti in Val di Mello – Yori e Yorimà
La voce saggia che sgorga dalle ossa in cui è nascosta la memoria delle nostre tradizioni antiche, fino a quelle più ancestrali. Lo sguardo stupito, carico della meraviglia che solo un bimbo può provare dinanzi alla disarmante bellezza di cui Madre Natura ha rivestito oggi il suo sacro tempio.
Con le foglie, i rami secchi e qualche seme, abbiamo lasciato andar via ciò che è opportuno lasciar andare alla Terra, rinnovando intimamente l’intento celato nell’attesa di ciò che nascerà rinnovato in primavera, da quella stessa Terra e con essa nelle nostre vite.
Il nostro camminare, insieme, è stata la preghiera più bella che potessimo offrire in un giorno sacro da sempre, nella cultura “pagana” che riconosce nella ciclicità dei ritmi di Madre Terra quelli propri delle nostre vite, così come nella cultura cristiana che in questi giorno celebra la festa di ognissanti, in ricordo delle anime di coloro che pur non essendo più restano per noi vive con il loro insegnamento.
Nel giorno in cui si alza il velo tra ciò che è di qua e ciò che è di là, l’esperienza impagabile del sentire tutto come il riflesso dalle diverse sfumature di uno stesso UNO.
Piegandomi per entrare in questa capanna, io mi ricordo di essere niente a tuo confronto che sei tutto, Tu ci hai messi qui, Tu ci hai creati per ultimi, Tu che vieni prima di tutto e sei sempre stato, aiutami a diventar puro prima che io sia la mia voce, aiutaci in tutto quello che stiamo facendo, poiché dal cuore e dall’oriente e dalla mente e da tutto il corpo fino a occidente, da nord a sud, la vita è un cerchio. Finché l’erba cresce, il vento soffia e il cielo è blu.
Preghiera Lakota
Anche questa volta ci è stato donato un insegnamento dagli Alberi Maestri incontrati lungo il sentiero. Il senso del gioco e dell’ironia dall’albero che fa le linguacce, il nonsenso del concetto di proprietà privata quando ci si rivolge alla natura vivente che abita il creato.
Ecco in fondovalle il rifugio Rasega, qui ci attendono a braccia aperte un vecchio con un bambino e dalle loro mani un dono, che porta per titolo: “L’essenza dell’essere” e “Tutto è in fiore“. Mentre si fa chiara in me la consapevolezza del giardino in cui presto vedrò rifiorire per primi una rosa rubea, un giglio, un gelsomino, e poi a seguire tutti gli altri fiori del creato animati da una sola lacrima e dal soffio lieve della Dea Flora.
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