Una leggenda narra che Oxumarè, figlio di Nana e Orixalá, ha ricevuto da Olorun (Dio) il compito molto speciale di mantenere la continuità del processo di creazione e rinnovamento della Natura. Tra i suoi compiti il più importante è quello di trasportare tutta l’acqua dalla Terra di nuovo al Cielo.
Si tratta di un lavoro lungo e difficile, perché non appena le nuvole vengono riempite, l’acqua d’improvviso comincia a scorrere bagnando tutto, fino a riportare nuovamente tutta l’acqua sulla Terra.
Oxumarè non ha tempo da perdere.
Durante uno dei suoi viaggi tra Cielo e Terra, si fermò a guardare la Terra dall’alto, allora vide un posto enorme, completamente fuoriuscito dal fango. Si accorse che mancava qualcosa per dare allegria e gioia a quel luogo. Si era già messo in moto insieme a tutti gli esseri creati, eppure tutto sembrava uguale, come senza vibrazione. Decise allora di chiedere a Dio di aiutarlo a trovare un modo per portare più felicità sulla terra, così Olorun (Dio) diede compimento a questo suo desiderio.
Successe allora che un giorno, mentre stava trasportando un carico di acqua, inavvertitamente ha lasciato cadere qualche goccia lungo la strada. Fu così che improvvisamente si formò per la prima volta un arcobaleno di incredibile e colorata bellezza.
Questo arco ha animato tutto l’universo, grazie a tutte le infinite combinazioni di colore possibili. Da allora, Oxumaré, grazie al suo desiderio di rendere tutto più vivace e vibrante nel movimento, ha il potere di colorare la Terra di infinite tonalità.
Ha dato origine ad un alleanza tra Dio (Olorun) e tutti gli esseri del Creato, che possono essere visti, sempre, proprio quando le acque del cielo si incontrano con la luce del sole.
L’Arcobaleno è diventato così il simbolo dell’Orixà che genera movimento, trasformazione e armonia tra tutte le cose, consentendo a noi stessi in tal modo di partecipare della “Danza della Vita“.
Siamo così diverse! Ma è proprio questo ciò che rende il nostro un Viaggio incredibilmente bello. Ciascuna di noi porta nascosti dentro sè doni preziosi, i gioielli della corona di una Regina antica, ormai da molti dimenticata, ma non allo sguardo del Re, che riconosce ancora ciascuno di quei gioielli dispersi, nascosti nell’essenza di ogni donna in terra.
Il desiderio di riscoprirli e riunirli insieme per una nuova splendida corona, ci spinge al Viaggio, questa volta in compagnia di Oxumaré, colui che da movimento a tutte le cose, signore del suono e che proprio grazie ai mille colori dell’arcobaleno, rende possibile nella diversità e nel movimento una meravigliosa danza tra noi e di noi con tutti gli esseri del creato.
Andiamo, oltre il timore di dover piacere necessariamente a qualcuno. Abbiamo un solo intento: scoprire cosa davvero ci muove nel profondo, oltre tutti i desideri, tutti gli obiettivi o gli schemi culturali e sociali da cui siamo caratterizzate, oltre tutto questo ma anche con tutto questo. Ecco la gioa di stare insieme, in semplicità, alla riscoperta dell’importanza della celebrazione.
Cosa è sacro? Tutto ciò che noi sappiamo rendere tale… ci hanno insegnato i nostri antenati.
Un altare, un fuoco, un luogo protetto, il suono del tamburo al ritmo del nostro cuore, e oltre di esso la voce, pura, assoluta di “Colei che Sa” e che parla dal cuore di ogni donna che sa ascoltare. Una semplice capanna sul “Dos Merlin” dove un tempo era una scuola di sapienza dei druidi e dove oggi è la chiesa di Saviore. Ecco… comincia la danza, come di un serpente che si offre spontaneamente al fuoco della trasformazione, mentre un canto inesprimibile, a tratti, sembra narrare
dell’abbandono al coraggio di seguire la via della fiducia in Sé, nell’ascolto costante del proprio cuore, che sa, mentre procede sulla via della consapevolezza come scelta di vita, sacra nel suo divenire offerta…
Come una buona minestra della sera a cui ora sono stati aggiunti tutti gli ingredienti necessari a renderla …la migliore. Siamo ospiti della casa degli “Amici della Natura di Saviore“, dove Italo ci racconta del progetto di “Un Popolo aiuta un altro Popolo” tra i racconti di oggi e storie più antiche, come quella di Caterina, la donna albigese venuta nel medioevo di là dai monti. Oggi qui a Saviore si incontrano popoli diversi, ma tutti accomunati da una storia comune: qualcuno nel tempo ha tentato di farli sparire dalla terra e con loro la sapienza antica del cuore, di cui questi popoli sono da sempre i custodi. Una sapienza tramandata di generazione in generazione attraverso leggende, rituali, celebrazioni, canti e preghiere. Ci sono i Lakota che vengono dall’estremo ovest e i Tibetani che vengono dall’estremo est del mondo e con loro molti altri, giunti fino a qui, nel cuore delle Alpi, al richiamo di un corno a cui rispondono le aquile che giungono da tutti gli angoli del mondo. E è proprio qui che oggi cantiamo insieme il “Sutra del Cuore“, contenente tutti i colori di cui si è fatto portatore Oxumarè, il serpente arcobaleno che danzando lungo l’asse del mondo terrà per sempre uniti il Cielo alla Terra.
Una pietra dalla punta che svetta verso il cielo ci mostra la via da cui sono passate tutte le nostre antenate, quella dalla quale tutte, chi prima chi poi, dovrà passare. A tratti la via si fa dura, procediamo allora come il serpente, zigzagando nel fluire del sentiero tortuoso che attraversa il bosco, alleandoci alla forza che da movimento a tutte le cose. Non siamo sole, inoltre abbiamo tutto quello che ci serve per arrivare più in là, oltre la tristezza o la paura, fino ai luoghi di condivisione della gioia. A metà via, un sorso alla sorgente dei saggi ci dona forza nel corpo e nello spirito. Arriveremo alla fine del nostro Viaggio, tutte, li dov’è l’inizio di una nuova Via.
Una via di Pace, in forma spirale, dove il movimento è vita, dove i saggi della terra portano il loro canto e il loro conforto a quanti sopravvivono alla terribile battaglia. Proprio come sta accadendo oggi per i nostri amici di Sebrenica, dove gli Amici della Natura porteranno la presenza e il canto riparatore di Lakota e Tibetani, che hanno conosciuto il loro stesso dolore. Proprio come accade dentro di noi dove pian piano si fanno spazio il modo e la voce per un canto nuovo.
Con la Quercia Madre proseguiamo il Viaggio, restando sempre in movimento, nella trasformazione, verso una Via nuova, di solidarietà e riunificazione tra mille diversi colori, di cui ci rendiamo fautrici e testimoni.
Aò BoBoi
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